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Esperimento




Sono improvvisamente raggiunto da una fantasia. E scopro che questa fantasia funziona come esperimento mentale.

Tre psicoterapeuti esperti e perfettamente analizzati conducono insieme il primo colloquio di un paziente. Alla fine del colloquio si confrontano tra loro sui rispettivi controtransfert. Scoprono di aver avuto sensazioni, emozioni e pensieri a volte uguali ma, altre volte (strano!) molto diverse tra di loro. Giungono alla medesima ipotesi diagnostica ma non possono non interrogarsi sul perché di quelle differenze. Perché la particolare personalità di quel paziente ha prodotto nella loro unità psicofisica tre effetti diversi? Per essere un valido strumento diagnostico il controtransfert dovrebbe essere oggettivo. Allora perché loro ne hanno avuti tre diversi? Dopo mesi di acceso dibattito i tre esimi psicoterapeuti giungono a una geniale conclusione: "Il controtransfert è oggettivo ma però è soggettivo!".

Ora dalla pura fantasia passiamo all'immaginazione. Il controtransfert è una cosa che non può esistere senza la relazione e caratterizza un modo particolare di percepire quella relazione. E' una specie di ricezione soggettiva di un messaggio soggettivo che diviene però oggettiva, e va pensata come oggettiva, cioè reale e indicativa, anche se plasmata e deformata. La deformazione non è prodotta dal paziente, dal caso o da un complesso non analizzato del terapeuta ma proprio dal modo specifico di esistere, essere, sentire del terapeuta.

Morale: i tre modi d'essere dei terapeuti, evidenziati dai tre modi di esperire il controtransfert, sono da intendere come strade diverse, tracce o rotte, percorse da ognuno di loro per giungere alla stessa meta, per passare dal singolo caso (il paziente) al caso generale (diagnosi). Non conta come sia fatto questo strumento, purché sia affilato. Non conta quindi quanto sia soggettivo il singolo sperimentare ma quanto questa soggettività sia libera di percepire e sperimentare. Purché sia libera e consapevole ogni soggettività è buona. Sembra anzi che più la percezione dell'altro sia individuale, personale, soggettiva e fondata sull'unicità del terapeuta e più sia affidabile, libera e consapevole.

Paradosso: la bontà (oggettività) dei tre controtransfert è dimostrata proprio dalla loro diversità (soggettività).


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