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Una cosa sul darwinismo




La natura è una grande creatice di forme, anzi la Grande Creatrice. Non è mai sazia. Basta guardarsi intorno per capirlo.
Prendete per esempio delle arachidi, delle comunissime arachidi col guscio. Si tratta di semplice frutta secca. Ogni arachide è simile a un altro. Chi se li trova di fronte a delle arachidi le riconosce immediatamente come appartenenti alla stessa famiglia, alla stessa frutta, alla stessa specie di alimento. Eppure a ben guardare non c'è un solo arachide uguale a un altro. Uno è più lungo, uno più corto, uno con la crosta sottile, uno con la crosta forte che quasi le mani non riescono a romperlo. Qualcuno contiene un frutto buono altri sono solo gusci vuoti al loro interno. La natura produce variabilità, la natura non è mai ferma. Questa variabilità produce forme che trasformano le specie animali e vegetali, sono mutazioni impercettibili che hanno creato le specie che noi oggi ammiriamo.

La natura fa sempre un passo avanti, invisibile, piccolissimo, impercettibile, ma si muove sempre. Muta, corregge, evolve costantemente le forme naturali, sia quelle animali che quelle vegetali. Ciò che appare immobile, fisso, non in evoluzione, lo è solo rispetto al nostro arco temporale di osservazione (troppo breve). Se potessimo per ipotesi accelerare la velocità del tempo trasformando i secondi in millenni e i minuti in eoni allora avremmo di fronte a noi la grande meraviglia dell'evoluzione, la perenne trasformazione della biologia in continuo adattamento all'ambiente circostante, alla ricerca di quel sottile equilibrio tra il difendersi dai predatori, riprodursi e praticare l'arte della caccia.
I cambiamenti che la natura produce (ed è qui la differenza tra Darwin e Lamarck) sono casuali, lancio di dati, forme genetiche che la natura inventa come giocasse, come si divertisse (e forse si diverte davvero, chi lo sa!). Gli esseri umani meglio forniti dal punto di vista biologico e quelli peggio attrezzati sono il risultato dello stesso procedimento, dello stesso processo. La natura è totalmente amorale, non ha interesse alla sorte di questo o quell'individuo o di questa o quella specie. Essa ha creato un solo grande, unico, enorme sistema di funzionamento per tutte le forme. Ogni individuo e ogni specie se la vedrà da solo con l'ambiente nel quale si troverà a vivere. Lei si limita a combinare le molecole, a creare la vita e costantemente a riformularla.

A questo punto, e solo a questo punto, interviene l'ambiente. Solo adesso l'ambiente naturale opera la sua selezione. Non è la natura, ma l'ambiente, a decidere quale organismo è più adatto. Alla natura non interessa la sopravvivenza di una certa forma o di una certa specie, sarà il caso a decidere, lei, dal canto suo, si limita a inventare forme. A seconda della temperatura, della forza del sole, della presenza di certi predatori (e di cento altre variabili) una certa forma di vita si troverà a essere più adatta e una più svantaggiata. La prima si riprodurrà e allungherà la sua linea genetica, l'altra si estinguerà interrompendo una linea evolutiva. Come nel caso dei dinosauri, potrà capitare che un brusco cambiamento ambientale sarà incompatibile con la vita. Capita. Sopravviveranno e si evolveranno allora altre specie.

E' così che va avanti da milioni di anni.


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