transfert



Detto anche traslazione. Designa, nella psicoanalisi, il processo con cui i desideri inconsci si attualizzano su determinati oggetti nell'ambito di una determinata relazione stabilita con essi e soprattutto nell'ambito della relazione analitica.
Si tratta di una ripetizione di prototipi infantili che è vissuta con un forte senso di attualità.
E' per lo più il transfert nella cura che gli psicoanalisti chiamano transfert, senza altra qualificazione.
Il transfert è tradizionalmente riconosciuto come il terreno in cui si svolge la problematica di una cura psicoanalitica, la sua impostazione, le sue modalità, la sua interpretazione e la sua risoluzione.

Il termine transfert è utilizzato in psicologia con varie accezioni: transfert sensoriale (traduzione di una percezione da un campo sensoriale a un altro); transfert di sentimenti; soprattutto nella psicologia sperimentale, transfert di apprendimento e di abitudini (i progressi in una attività migliorano l'esercizio di un'altra attività).

Le questioni aperte riguardo al transfert sono: la specificità del transfert nella cura; rapporto transfert e realtà; la funzione del transfert nella cura; la natura di ciò che è trasferito.

E' particolarmente difficile proporre una definizione del transfert. Questo concetto, infatti, ha assunto per molti autori un'estensione assai ampia fino ad abbracciare tutti i fenomeni inerenti alla relazione del paziente con lo psicoanalista; esso esprime quindi, più che qualsiasi altro concetto, le concezioni di ciascun analista in merito alla cura, al suo oggetto, alla sua dinamica, alla sua tattica, ai suoi obiettivi, ecc.

All'inizio per Freud il transfert, almeno sul piano teorico, era soltanto un caso particolare di spostamento dell'affetto da una rappresentazione a un'altra. Pare quindi che Freud inizialmente considerasse il transfert come una componente non essenziale della relazione terapeutica.
La scoperta del complesso edipico non poteva non avere ripercussioni sulla concezione freudiana del transfert. Freud così intuisce che è la relazione del soggetto con le figure parentali che viene rivissuta nel transfert, con la sua tipica ambivalenza pulsionale.

Dal punto di vista della funzione nella cura, il transfert è dapprima classificato da Freud tra gli ostacoli principali che si oppongono alla rievocazione del materiale rimosso. Ma Freud nota che il transfert si attiva quandon sono sul punto di emergere contenuti rimossi particolarmente importanti.
Vi è quindi, sin dagli inizi, la percezione di una forte contraddizione nell'esperienza del transfert in analisi: da un lato è una resistenza dall'altro uno svelamento, da un lato è un ostacolo dall'altro è utilissimo.


Bibliografia

Laplance J., Pontalis J.-B., Vocabulaire de la psychanalyse, Presses Universitaires de France, Parigi, 1967 tr. it. Enciclopedia della psicoanalisi, Laterza, 1993