linguistica strutturale



I bambini di tutte le società imparano a parlare senza che si insegni loro la "grammatica". Essi afferrano la struttura essenziale della propria lingua molto presto e senza un insegnamento diretto. Se nella lingua inglese il bambino ha appreso come si forma il plurale, anche di fronte al nome di una creatura di fantasia egli aggiungerà alla fine della parola la s del plurale.

Quindi i suoni e i significati vengono combinati secondo regole che il parlante conosce per via inconscia.

Tali regole non sono le regole della grammatica insegnata a scuola. Si tratta piuttosto di schemi linguistici riscontrabili nel parlato. Infatti in molti casi gli schemi del parlato e le regole della grammatica non coincidono. Quindi il termine grammatica usato dai linguisti vuol significare quei principi effettivi e inconsci che determinano il parlare di una maggioranza di persone.

La linguistica strutturale (o descrittiva) indaga le regole della fonologia, della morfologia e della sintassi. Questo perché, in antropologia, la conoscenza della lingua di un popolo è essenziale alla comprensione della sua cultura.


Fonologia

Sebbene l'apparato umano sia in grado di articolare un'enorme varietà di suoni differenti, ciascuna lingua ne utilizza solamente alcuni. E' difficile per chiunque articolare suoni che non appartengono alla propria lingua.

E' difficile sia l'articolazione di alcuni suoni, sia l'articolazione di suoni posti in alcuni punti e non in altri di una parola.

I linguisti hanno un loro vocabolario e traducono le lingue in una sequenza di suoni validi per tutte le lingue conosciute. Una volta individuati i suoni, o foni, di una lingua il linguista stabilisce che questi sono inconsciamente classificati dai parlanti come fonemi. Il fonema è rappresentato da un insieme di foni che, pur essendo diversi, non producono cambiamenti di significato. In inglese la parola "butter" si può pronunciare indifferentemente con la t o la d. I parlanti di lingua inglese capiscono subito a cosa ci si sta riferendo. Un non anglofono nota immediatamente la differenza.

Stabiliti i fonemi i linguisti studiano le sequenze di suono ammesse all'interno di cascuna lingua e le regole, spesso inconsce, che le regolano.


Morfologia

La morfologia studia una quantità di aspetti delle parole e in particolare come esse sono e come si formano. Gli spazi tra i suoni definiscono le parole. Chi ascolta per la prima volta una lingua sconosciuta non percepisce questi spazi ma sente un ininterrotto flusso di suoni.

La parola è una sequenza arbitraria di suoni che produce significato. Morfo è la più piccola unità di significato di una lingua. Uno o più morfi formano un morfema. Non si deve confondere morfo o morfema con parola. Sebbene alcune parole siano singoli morfemi (giraffa), molti vocaboli sono costruiti sulla combinazione di più morfi, generalmente prefissi, radici e suffissi.

E' probabile che l'intuizione con cui i bambini colgono la struttura della lingua si estenda anche alla comprensione della morfologia e dell'organizzazione in parole delle sequenze sonore. Ciò che il bambino coglie intuitivamente come dipendenza di alcuni morfemi da altri corrisponde alla distinzione che i linguisti fanno tra morfema libero e morfema legato. Il primo ha un significato fisso, è una parola indipendente. Il morfema legato produce significato solo se attaccato a un altro morfema.

Anche l'ordine della parole all'interno di una frase è un produttore di significato e quindi oggetto di studio da parte della morfologia.


Sintassi

Poiché la lingua è un sistema aperto, è possibile formulare espressioni che non sono mai state pronunciate prima. La sintassi è l'insieme delle regole che determinano la formazione delle frasi e delle parole. Queste regole si apprendono quasi tutte prima dell'istruzione scolastica.

Nella lingua inglese, per esempio, basandosi sull'ordine delle parole il lettore è in grado di supporre a quale parte del discorso corrisponde ciascuna di esse e di attribuirvi una funzione all'interno della frase.

Oltre a comprendere e a produrre una quantità infinita di frasi diverse, chi parla una lingua è anche in grado di riconoscere una frase scorretta senza consultare i libri di grammatica.


Bibliografia

Ember, C. R., Ember, M., Antropologia culturale, Il Mulino, Bologna, 1998