sigmund freud



FREUD SIGMUND, n. a Freiberg, Moravia (oggi Příbor, Cecoslovacchia) il 6 maggio 1856, m. a Londra il 23 settembre 1939. Nel 1860 la sua famiglia si stabilisce a Vienna, dove egli risiederà per tutta la vita, fino alla partenza per Londra nel 1938. Frequenta con successo la scuola media e superiore e nel 1873 inizia a frequentare la facoltà di Medicina, affrontando lo studio delle scienze naturali, dell’anatomia comparata, della zoologia, nell’ambito delle quali redige il suo primo scritto scientifico. Passa poi al laboratorio di Brucke, dove rimane per sei anni a studiare fisiologia e istologia e dove incontra, tra gli altri, anche J. Breuer, con il quale in seguito si occuperà di isteria. Si laurea nel 1881, diventando assistente temporaneo presso il laboratorio e, nel 1882, dopo aver incontrato la futura moglie Martha Bernays, fequenta un internato in ospedale e si dedica alla libera professione. Nel 1883 è assunto da Meynert al reparto psichiatrico dove lavora anche con pazienti neurologici. Contemporaneamente si interessa agli effetti della cocaina in campo neurologico, ma il collega C. Koller lo anticipa nella scoperta delle proprietà analgesiche del farmaco, assicurandosi la fama e la priorità della scoperta. Nel 1885 F. si reca, con una borsa di studio, a Parigi, dove frequenta la Salpêtrière, subendo l’influsso di Charcot e delle sue concezioni sull’isteria, sull’ipnosi e sulle nevrosi traumatiche. Nel 1885 studia pediatria a Berlino e in seguito a Vienna lavora all’Istituto di Kassovitz, un ospedale per bambini di cui cura il reparto neurologico. Nello stesso anno si sposa, apre lo studio privato e presenta una relazione sul suo viaggio a Parigi, parlando di ipnotismo e isteria alla Società di Fisiologia, alla Società di Psichiatria e alla Società di Medicina, e provocando, soprattutto in quest’ultima, reazioni di incredulità e rifiuto. Questo non impedisce, tuttavia, che egli, nel 1887, sia accettato quale membro della Società. Nel decennio che segue ha luogo l’evoluzione scientifica che porta F. dalla neurologia e dalle teorie di Charcot sull’isteria, all’elaborazione di un sistema proprio, sia teorico che terapeutico. Nel 1895 pubblica il primo libro che segue questo nuovo corso: gli Studi sull’isteria, con la collaborazione di Breuer.

Dal 1894 al 1899 assistiamo alla progressiva elaborazione dei princìpi fondamentali della psicoanalisi, maturata attraverso la relazione epistolare con W. Fliess, l’autoanalisi dei propri disturbi nevrotici, la morte del padre. Nel 1895 scrive il Progetto di una psicologia, che rimane tuttavia inedito, mentre finalmente, nel 1899, pubblica L’interpretazione dei sogni, che segna la fine della sua nevrosi e la creazione di una nuova teoria della mente e del metodo psicoanalitico. Nel 1902 riceve la tanto attesa nomina a professore straordinario, che solo nel 1920 diventerà di professore ordinario. Intanto le sue scoperte si estendono rapidamente e al F. esploratore dell’inconscio e interprete di sogni si aggiunge quello sostenitore di una teoria sessuale. Nuove pubblicazioni, tra cui Psicopatologia della vita quotidiana, del 1901, Tre saggi sulla teoria sessuale, del 1905, e vari casi clinici, lo fanno conoscere e apprezzare in ambienti sempre più vasti, da cui sorgono allievi entusiasti, come Adler, Jung, Stekel, Abraham, Ferenczi, Honegger, Rank ecc. Nel 1908 la Società Psicoanalitica del Mercoledì si trasforma nella Società Psicoanalitica Viennese e nel 1910, durante il secondo congresso internazionale a Norimberga, viene fondata l’Associazione psicoanalitica internazionale. La psicoanalisi diventa un movimento a sé stante che produce simpatie e ostilità sia all’esterno che all’interno. Contrasti teorici e personali causano l’allontanamento di alcuni membri, tra cui, nel 1913, lo stesso Jung che Freud aveva designato negli anni precedenti come suo successore. Nonostante il turbamento di questa situazione, accresciuto anche dai problemi derivanti dalla prima guerra mondiale, F. continua a produrre opere nelle quali elabora ulteriormente la propria teoria. Nel 1923 scopre di avere una leucoplachia cancerosa al palato e si sottopone alla prima di una lunga serie di operazioni che tuttavia non gli impediranno di continuare a lavorare, scrivere e diffondere le proprie idee, acquistando una fama mondiale. L’ultima fase della sua vita, contemporanea all’ascesa di Hitler, è caratterizzata da scritti di ampio respiro su temi quali la religione (L’avvenire di un’illusione, del 1927) e la civiltà (Il disagio della civiltà, del 1929) e da una revisione riassuntiva delle sue teorie nella Nuova serie di lezioni sulla psicoanalisi. Nel 1930 riceve il Premio Goethe per la letteratura, ma già nel 1934 i suoi libri vengono bruciati a Berlino e l’archivio dell’Associazione Internazionale viene confiscato a Lipsia. Nel 1938 infine è costretto, suo malgrado, a emigrare a Londra dove morirà, a casa di Ernst, uno dei suoi sei figli, nel 1939, all’età di 83 anni.

Il percorso teorico dell’opera freudiana può essere brevemente descritto nei suoi passaggi salienti che partono dall’anatomia microscopica per approdare infine a una metapsicologia della mente, spaziando in campi quali la filosofia, l’antropologia, l’arte, il sapere umano in generale. Il periodo prepsicoanalitico, durato circa vent’anni concluso dal Progetto, si evolve sempre più verso la neurologia teorica, dopo aver approfondito quella anatomica e clinica, e da essa F. si orienta, con il momentaneo supporto della psicofisica verso un modello puramente psicologico. Il concetto dinamico delle nevrosi, nato su esperienze personali e alimentato dallo spirito del tempo, contribuisce a definire sempre meglio la sua psicologia del profondo e a costruire, sulla base dell’autoanalisi e del lavoro clinico con i pazienti, una nuova tecnica terapeutica che chiamerà psicoanalisi. Gli aspetti principali di questo modello psicologico del profondo ruotano tutti intorno al concetto di inconscio, inclusa la sua tecnica di esplorazione: la teoria del sogno, in quanto appagamento di un desiderio che si articola su contenuti manifesti e latenti; la teoria degli atti mancati, e del motto di spirito; la teoria dell’isteria, con il suo concetto di rimozione; la tecnica delle associazioni verbali, che si sostituisce a quella ipnotica; una prima elaborazione dell’idea di transfert, che diventerà in seguito centrale per la tecnica psicoanalitica. La teoria della libido, della sessualità infantile e del complesso di Edipo, che hanno causato a F. tanta popolarità quanta ostilità, ancorano i disturbi nevrotici all’infanzia, aprendo una prospettiva genetica sulla malattia mentale, che influenzerà sia la psicologia clinica sia quella dell’educazione e dell’età evolutiva. Negli anni 1914-15 la teoria freudiana subisce una nuova riorganizzazione che ha come preludio la concezione del narcisismo e che si esprime esplicitamente nella metapsicologia, un sistema che definisce i fatti psicologici dai punti di vista topico (la tripartizione inconscio, preconscio e conscio), dinamico (i conflitti psichici) ed economico (il principio di piacere e dispiacere). Nel 1920 essa si delinea ulteriormente con l’ipotesi di una duplice classificazione delle pulsioni, che abbraccia fenomeni tanto clinici (coazione a ripetere) quanto universali (ritorno allo stato di quiete della materia): la pulsione di vita e la pulsione di morte. L’ultimo importante sviluppo della teoria freudiana è rappresentato dalla nuova topica, che descrive le dinamiche psichiche in termini di Es-Io-Super-Io, e che offre maggior spazio a una psicologia dell’Io, sviluppata in seguito da altri psicoanalisti. L’influsso di F., peraltro sentito da tutta la cultura del nostro secolo, è riscontrabile, in ambito psicologico, attraverso l’impatto della teoria, della tecnica e della organizzazione psicoanalitica. La prima nel campo delle teorie della personalità, della psicometria (i test proiettivi), della psicologia dell’età evolutiva, degli studi sulla motivazione, della psicologia sociale, e in altre aree minori, non sempre nel senso di una adesione, ma senz’altro con l’effetto di stimolo alla discussione, alla ricerca e all’approfondimento. La seconda per il suo ruolo nella psicologia clinica, cui i successori di F. hanno offerto nuove possibilità di trattamento per categorie di pazienti quali bambini, psicotici e gruppi, sia nel privato che nelle istituzioni, introducendo le opportune modifiche alla tecnica originaria. La terza, infine, per la sua enfasi sull’importanza della formazione clinica e teorica del futuro psicoterapeuta, basata sull’analisi personale e su un lungo e controllato iter di crescita professionale.


Bibliografia

Carotenuto, A. (a cura di), Dizionario bompiani degli psicologi contemporanei, Bompiani, Milano, 1992