morte



Nell'ambito della psicologia analitica la morte e la nascita sono assunte come due motivi della nostra immaginazione e sono paragonate attraverso una rappresentazione spaziale in cui la vita è una linea compresa fra tali estremità: e cioè viene detto che la vita umana ha inizio con la nascita e ha termine con la morte, ma viene anche detto che tra questi due eventi non c'è niente in comune, e che essi sono dati insieme soltanto in una esperienza paradossale. Ciò che soprattutto differenzia i due eventi è il fatto che nella nascita l'inconscio viene prima mentre nel caso della morte ciò che viene prima è un passato più o meno lungo. Ovvero la morte è limite della vita sia nel senso che ne accorcia la durata, sia nel senso che è la sua presenza latente a conferirle significato. Soltanto attraverso un pensare la morte come possibilità, l'uomo scopre la propria finitezza e quindi la propria vulnerabilità, e scopre, contemporaneamente, la condizione della propria esistenza.


Bibliografia

Pieri, P. F., Dizionario junghiano, Bollati Boringhier, Torino 1998