ipnosi



Condizione psichica caratterizzata da uno stadio intermedio tra la veglia e il sonno, denominato trance. Che sia eteroindotta o autoindotta, in entrambi i casi si rilevano in particolare i seguenti fenomeni: una riduzione delle capacità critiche, un aumento della suggestionabilità, un'attenzione limitata soltanto a particolari eventi, un tracciato dell'elettroencefalogramma analogo a quello di un soggetto in stato di veglia.
Jung spiega l'ipnosi attraverso la teoria generale dei complessi e solo come verifica dell'ipotesi dell'inconscio. La particolare possibilità di impartire comandi dopo l'induzione ipnotica appare a Jung come la dimostrazione del fatto che certi eventi esterni possono essere percepiti e accolti dallo spazio extracoscienziale senza passare al vaglio della coscienza. Ma per Jung l'ipnosi presenta un limite nella provvisorietà dei suoi risultati terapeutici.

Jung parla anche  di ipnosi di massa riferendosi con questa espressione alla "retorica del megafono" fatta di "appelli infuocati, parole energiche, o sermoni capaci di toccare i cuori". A questo proposito Jung stesso considera che tali mezzi sono negativi per gli esiti suggestivi a cui conducono, per quanto possano apparire positivi per i fini a cui vuole tendere il loro utilizzatore. Queste le conclusioni a cui perviene: il fine a cui si tende non può mai essere in contraddizione con il mezzo che si utilizza, sia perché in senso ampio il mezzo e il fine sono sempre in relazione tra loro, sia perché, in particolare, un mezzo che nel suo attuarsi è cattivo non può mai domandare tout court di cancellare la sua negatività rivelando esso stesso la positività degli effetti della sua azione.


Bibliografia

Pieri, P. F., Dizionario junghiano, Bollati Boringhier, Torino 1998